BAMBINI NON NATI,
che cosa fare?
UN GESTO D'AMORE
Innanzitutto il gesto d’amore del seppellimento: la Chiesa lo insegna (CCC 1261), la legge italiana lo prevede (Dpr 285/90, art. 7, comma 50).
L’introduzione nell’ordinamento legislativo del diritto della donna di abortire (legge 194), ha generato fin dall’inizio gravi e complesse conseguenze in diversi ambiti: spirituale, morale, giuridico, amministrativo della sanità e dei servizi sociali.
Uno fra i tanti aspetti dell’aborto volontario o procurato che la sanità si trova a gestire è la drammatica questione dei resti mortali dei bambini non nati con tutte le relative conseguenze.
Il cardinale Elio Sgreccia, ritenendo i tempi maturi ha accolta il desiderio di molti cuori – una vasta base di aggregazioni e istituzioni ecclesiali e civili – di portare all’evidenza questo tema con il convegno internazionale che si è svolto a Roma dal 23 al 25 marzo 2011 in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la famiglia e il Pontificio Consiglio per la pastorale operatori sanitari.
L’onore e la pietà verso i bambini non nati costituiscono un gesto, forse il più semplice nell’opera della promozione della vita umana ma imprescindibile.
Un atto basilare di amore e di pietà umana che sta alle fondamenta di quella civiltà della vita e dell’amore auspicate da San Giovanni Paolo II nell’Enciclica dell’Evangelium Vitae.
Ad iniziare il cammino volto a riconoscere il diritto all’onore e alla pietà verso i bambini non nati attingendo all’intero Magistero l’indimenticabile cardinale Alfonso Lopez Trujillo ,nel Congresso The Guadalupan Appeal celebrato dal 27 al 31 ottobre 1999 presso la Basilica della Vergine Morenita a Città del Messico, così ha concluso: “tutti i bambini abortiti hanno diritto ad essere pietosamente sepolti…tutti dobbiamo impegnarci a tale scopo…da Guadalupe.
Dov’è ora il mio bambino?
Cara mamma e caro papà,
vi state forse chiedendo: dov’è ora il mio bambino? È la domanda struggente che sorge nel profondo della tua anima, a volte anche dopo lungo tempo.
Fisicamente, se avete potuto seppellirlo, si trova nel grembo della madre terra. E se non avete potuto seppellirlo non ha una sua tomba, ma dovete sapere che la Chiesa, attraverso il gesto d’amore del seppellimento dei bambini non nati, ha già spiritualmente raggiunto, col suo affetto e il suo amore, anche il vostro bambino.
La vostra domanda però va oltre: che ne è della sua anima? Come posso mettermi in comunione spirituale con lui?
Ora vi state chiedendo se il grande desiderio, cioè che il vostro bambino sia salvo nell’abbraccio dell’amore del Padre celeste, possa essere un atto efficace.
Dovete sapere che la Chiesa madre ha da sempre desiderato per lui la salvezza eterna e per lui prega (vedi “La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza Battesimo”, Commissione Teologica Internazionale). Essa stessa ha già unito le sue lacrime alle tue, intercedendo così presso Dio la salvezza per il tuo bambino, a cui puoi dare privatamente, nel tuo cuore, il nome.
Il Magistero
I pontefici e i vescovi italiani hanno affrontato ampiamente gli argomenti della dignità e della difesa della vita umana. Possiamo ricordare l’enciclica del beato Paolo VI Humanae vitae (1968) e l’enciclica di san Giovanni Paolo II Evangelium vitae (1995), nonché l’istruzione della Sacra congregazione per la dottrina della fede dedicata al “Rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione” (Donum vitae, 1987). In quest’ultimo documento si chiarisce: «I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani» (parte I, n. 4).
La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo
Il 20 Gennaio 2022, l’Ufficio Liturgico della Conferenza Episcopale della Regione Lazio ha scritto una Nota Pastorale sulla celebrazione delle esequie, dando tra l’altro una indicazione precisa nel caso si tratti di un bimbo deceduto durante la gravidanza. Si riporta di seguito il link per la lettura
La Legislazione
Tra tutti gli uomini, i più piccoli e i più indifesi sono i bambini concepiti e non ancora nati. Dato che, anche se piccoli, sono pur sempre uomini, in caso di morte (cioè di aborto) devono ricevere lo stesso trattamento di sepoltura dei bambini nati morti o morti dopo la nascita. Questo è anche il senso seguito dalla legislazione italiana con il Dpr 285/1990, agli articoli 7 e 50.
Il Dpr è completato dalla circolare emessa dall’allora ministro della Sanità, Carlo Donat-Cattin, il 16 marzo 1988, che testualmente recita: «Si ritiene che il seppellimento debba di regola avvenire anche in assenza di detta richiesta (quella dei genitori dei prodotti di concepimento abortivi di presunta età inferiore alle venti settimane: ndr)».
Lo «smaltimento attraverso la rete fognante o i rifiuti urbani ordinari costituisce violazione del Regolamento di Polizia mortuaria e del regolamento di igiene».
Come lo «smaltimento attraverso la linea dei rifiuti speciali (ex artt. 2 e 14 Dpr 10.9.1982 e punto 2.2 Deliberazione 7.7.1984 del Comitato interministeriale di cui all’art. 5 del Dpr 10.9.1982 n. 915) seppur legittimo urta contro i principi dell’etica comune».
Per approfondire
Parere sull’assetto amministrativo – Studio Legale Garancini
Parere sull’assetto giuridico concernente il trattamento dei resti umani a seguito di morte avvenuta in fase prenatale, con particolare riguardo al caso in cui la gestazione non abbia superato le venti settimane – Professor Luciano Eusebi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Giurisprudenza – Piacenza
PARARE GIURIDICO NELL’ORDINAMENTO CANONICO AVVOCATO DOTTOR FABRIZIO MATTIOLI
SCARICALO DAL LINK QUI SOTTO
STATUTO GIURIDICO Fabrizio Mattioli LIBRETTO
Il libro “Un gesto d’amore”
Un gesto d’amore.
Atti del congresso internazionale bambini non nati – Roma
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